Edizioni Segni&Parole

Devono lasciare il luogo natio. Fuggono da guerra, miseria, fame. Superano catene montuose, attraversano mari. Vogliono sopravvivere. S’insediano in quello che a loro sembra un eden, una cittadina di nome Livellate. Gli abitanti sono pacifici, è vero, ma quando si sentono invasi… La presenza sempre più numerosa delle tortore viene vissuta come una minaccia alla quale bisogna reagire con tutti i mezzi, in difesa della civiltà e del territorio. Le strategie adottate provocano vittime alate e umane, in un gioco al massacro che contraddice i valori conclamati. L’ipocrisia della politica apre le porte agli odiatori di professione, manovrati da chi vuole dominare. A Livellate c’è bisogno di umanità.
Una scrittura agile, leggera e divertente, metafora di una tragedia storica.

Una recensione di Rossella Kohler:
Che bel libro quello di Aquilino Di Oleggio, L’invasione delle tortore migranti! Un racconto profondamente italiano e allo stesso tempo globale, metafora di realta` dense di contraddizioni che si vivono quotidianamente in molti Paesi del mondo occidentale.
“Ci teniamo molto al decoro urbano. Vogliamo che i forestieri dicano: ma che bello questo posto!”, dice Doriana, uno dei personaggi.
Come riconosciamo vero questo pensiero, noi che viviamo nei piccoli comuni di provincia. Qui dove per forestieri si intendono i turisti, i visitatori che, provenendo dalla citta`, invidiano (e lo si esige!) il verde, l’ordine, la pace.
Invece, gli altri forestieri no. Quelli che vengono da molto lontano, quelli che fuggono da fame, disoccupazione, cambiamenti climatici, guerre, quelli non devono dire “Che bel posto pacifico questo!“, perche´ poi si installano, invadono, non li si manda piu` via…
Questa lettura, scorrevole e allo stesso tempo profonda, ci porta a valutare atteggiamenti e comportamenti che vediamo spesso intorno a noi. E’ una storia che forse non ci fa sentire migliori di altri, ma certamente piu` coinvolti. Un bel racconto affilato, che non risparmia nessuno, perche´ le contraddizioni sono di tutti e tutte, e ognuno di noi, se si guarda dentro, lo sa.
La scrittura ricorda da vicino una sceneggiatura teatrale: emerge in ogni pagina che Aquilino e` autore di teatro e con il teatro intrattiene da tempo un lavoro di ricerca, passione, creazione. E’ facile immaginare sul palcoscenico lo svolgersi dei dialoghi scalmanati tra gli abitanti di Livellate e quelli piu` intimi delle dolci tortore, in un alternarsi ritmico di immagini e linguaggi.