LA MIA PITTURA
Novembre 2023.
Non ricordo perché mi fosse venuto in mente. Mi sono messo
a disegnare. Che cosa? Una mela. Mio figlio bambino, da una fotografia.
Me stesso bambino. Alla scuola media e al liceo ero bravo, potevo
esserlo ancora? Avevo bisogno di una guida. Ho acquistato libri
e ancora ne acquisto. Pochi sono buoni e utili, pazienza. Ho seguito
video su Youtube. E ho cominciato ad acquistare. Matite per il
branco e nero, matite colorate, gessetti, acquerelli, pennelli...
carta, tela, attrezzi vari, cavalletto, diluenti, fissativi...
e così via. Anche un comodo tavolino-scaffale su cui poggiare
il foglio o la tela, perché disegno in piedi.
Ho continuato
con il teatro e una villa, le Alpi, cose di fantasia, cercando...
cercando un soggetto che mi appassionasse. Il primo input è
arrivato con la richiesta delle amiche di Musicalley, il nuovo
gruppo di Tecneke che prepara una grande manifestazione in piazza,
il cui fulcro è il musical MAMMA MIA. Miinvitano a fare
una mostra di disegni sull'antica Grecia. Mi metto al lavoro,
in due mesi realizzo sessantadue acquerelli. Li espongo presso
il Museo Civico Etnografico e i visitatori li apprezzano.
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ESTATE 2024
E dopo
la Grecia? Riprendo una passione antica. Ho la collezione dei
Classici dell'Arte Rizzoli, dopo anni vado in cerca di pittori
che fanno per me. Scopro l'espressionismo tedesco dei primi del
Novecento, sono affascinato da Schiele. Leggo libri e libri. Mi
dedico alla figura umana, a modo mio. Non ho modelli, ci sono
io. Comincio una serie di selfie. Scatto con il cellulare in diverse
situazioni, elaboro l'immagine al computer, cambiando lo sfondo,
provando i colori. Con una griglia riproduco la figura. Acquisto
i colori acrilici e alcuni libri che non mi dicono molto. Faccio
una scoperta. E' la pittura a guidarmi nell'elaborazione. Non
sono un pittore, solo uno scrittore con una nuova pasisone. Non
mi interessa riprodurre in modo realistico il mio volto. Lo ricreo
mentre pitturo, facendo scoperte di espressioni nuove. Una specie
di indagine sull'Io. Utilizzo acrilici e acquerelli insieme. Mi
iscrivo a siti facebook di dilettanti. Alcuni sono di una bravura
incredibile. Ma a che cosa serve l'iperrealismo? Abbiamo già
la fotografia. La pittura va oltre il realismo, apre a dimensioni
inaspettate, il colore si sparge con lo stupore. La creazione
è immediata, istintiva, di getto, con solo qualche ritocco
dopo una breve pausa. Il pubblico delle mie opere sono io, e il
confronto è con un'unica realtà: me stesso. Io pittuto
nuovi Io, ora in campagna ora allo specchio, e osservare il quadro
finito è scrutarmi nell'animo. Lo specchio/scatto fotografico
è il SUPER IO, il pittore è l'IO, il quadro è
l'ES. Oltre le regole e la razionalità, a un certo punto
la pittura non chiede più di essere "naturale"
e di riprodurre la realtà, ma attingendo alla ricchezza
dell'inconscio s'impadronisce del pennello e produce sé
stessa.
Dopo i selfie, dipingo la prima SCENA: un bambino giallo, che
è illuminato, si fa portare in alto da un palloncino giallo,
che è il sole. Sotto di loro, la violenza umana. Con un
osservatore in ombra.
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